(XXX Settimana del  T.O.)
“Oggi, nelle Scritture, ogni parola contiene un mondo – ha detto don Giulio durante l’omelia odierna – siamo alla fine del percorso umano di Gesù prima della crocifissione.
È il viaggio della vita, da Dio usciamo ed a Dio ritorniamo.
Il Signore consegna ai suoi servi i propri beni.
Quindi la vita è un prestito che dobbiamo restituire.A ciascuno, Dio ha dato secondo la sua capacità.
Quindi ci viene data una missione e la forza per compierla.

Alcuni SUBITO fanno il bene, mettendo in gioco i propri talenti.

Loro fanno quanto fa Dio, 5 talenti avuti e 5 guadagnati.
Quindi possiamo amare come Dio, ricambiare quanto Dio ci consegna.
Tranne un servo, che invece nasconde il talento.
Quest’ultimo ha un’immagine errata di Dio e sembra quasi accusarlo.

Ammette di aver avuto paura, ossia il contrario della fede.
Dio lo accusa di pigrizia, che è il peggior male, ossia non voler fare il bene, non giocarsi i propri talenti.

Dobbiamo mettere in gioco la nostra vita, essere totalmente con Dio.
Quando uno muore, entra nella gioia, ossia la gioia di Dio in croce, ossia la gioia di dare tutto la propria vita per gli altri.
La gioia di Dio è quella di chi ama, di chi dà tutto.
Dobbiamo credere alla fede che Dio ha in noi.
Mai nasconderci”.