“Un’atmosfera sopraffacente. Una spiritualità invadente. Un silenzio assordante. Un milione e mezzo di giovani riuniti in un parco, che hanno affrontato chilometri di camminata sotto il sole cocente del Portogallo e ore di attesa al riparo di cerate legate fra loro con attrezzi di fortuna; zaini in spalla, bandiere sventolanti e il desiderio di vivere attimi di cui ancora non si sa nulla, ma da cui ci si aspetta tanto.

E finalmente, con lo sfondo di un fiume incessante di pellegrini in arrivo, le cerate ormai ricoperte di polvere e sabbia, le zone intorno ai rubinetti dell’acqua ormai allagate, una macchina bianca inizia a passare in mezzo a tutti i chilometri di accampamenti, cancellando la fatica e portando eccitazione.

Eccolo lì, il nostro Papa Francesco, davanti alla “sua gioventù”, che ci regala tre parole: risplendere, ascoltare, non avere paura.

Cari giovani – ci chiama il Papà – anche oggi noi abbiamo bisogno di un raggio di sole per affrontare tutta l’oscurità che c’è nel mondo, e questa è la luce del Signore’.

 

Ci invita a brillare accogliendo Gesù, così da poter imparare l’insegnamento più importante che ci viene dato: amarci gli uni gli altri, perché quando impareremo a fare opere di amore, solo allora brilleremo.

Ci invita ad ascoltare la voce del Signore, perché “solo Lui ha parole di vita eterna”, quelle parole che insegnano il cammino dell’amore, facendo però attenzione a saper individuare l’egoismo travestito da amore, quello che dà per ricevere in cambio, quello che non fa nulla gratuitamente, perché l’unica cosa che e gratis al mondo, è l’amore stesso.

Per ultimo invita i suoi giovani, “che coltiviamo sogni grandi”, a non avere paura.
E in quel momento, sembra stringerci la mano e aprirci il cuore, dedicandoci queste parole:
“A voi giovani.

A voi che pensate di non essere capaci, a voi che volete cambiare il mondo, ma che avete idea che non sia abbastanza, a voi che siete il presente e il futuro, oggi dico, non abbiate paura. Vorrei guardare negli occhi ognuno di voi, e dirvi “non abbiate paura”, perché non sono io, è Gesù che vi sta guardando, che conosce la vita, l’allegria, la tristezza, i successi e i fallimenti”.

 

La Veglia è finita con un momento di silenzio.

E per quanto possa sembrare scontato a noi che viviamo la Messa e la preghiera, non risulta scontato in mezzo a così tante persone. Il silenzio di un milione e mezzo di anime che pregano, che stanno fianco a fianco, che si mettono in ascolto stanche, ma piene di amore e speranza, è forza, è potenza, è unita, è Chiesa”.

 

Virginia