Con Omelia di Don Alessandro Arginati
Tema conduttore della Stazione “PADRE MARELLA”

Seconda stazione quaresimale a Rastignano di Pianoro,in preparazione della Pasqua.
Qui sotto alcune immagini della serata

LINK all’ALBUM IMMAGINI STAZIONE QUARESIMALE di RASTIGNANO . 01-03-2024

Testo dell’omelia di don Alessandro Arginati

“Mentre tutti partecipavano alla mensa Eucaristica, durai fatica a trattenermi dal tentativo di accostarvimi” (Beato Marella)

…scriveva don Milani:
“Non credo che uno possa sapere cosa c’è sull’altare e non correre a cercarlo ogni giorno”
“Per comprendere la bellezza della celebrazione Eucaristica desidero iniziare con un aspetto molto semplice: la Messa è preghiera, anzi, è la preghiera per eccellenza, la più alta, la più sublime, e nello stesso tempo la più “concreta”. Infatti è l’incontro d’amore con Dio mediante la sua Parola e il Corpo e Sangue di Gesù. È un incontro con il Signore.
Ma prima dobbiamo rispondere a una domanda. Che cosa è veramente la preghiera? Essa è anzitutto dialogo, relazione personale con Dio. E l’uomo è stato creato come essere in relazione personale con Dio che trova la sua piena realizzazione solamente nell’incontro con il suo Creatore. La strada della vita è verso l’incontro definitivo con il Signore.” (Papa Francesco)

Qual è il “canovaccio” della Messa?
I discepoli di Emmaus:
• Introduzione la nostra vita con dubbi e fatiche
• Liturgia della Parola Gesù parla e spiega le Scritture
• Liturgia Eucaristica spezza il pane e lo riconoscono
• Conclusione tornano trovano conferma della loro esperienza e la condividono

“l’Eucaristia Scuola di Vita Nuova”

Crescere nell’accoglienza; i Riti Introduttivi
Se vissuti dall’inizio (c’è chi arriva a Messa iniziata!!!) e con partecipazione, questi riti, ripetuti in continuazione, cementano in noi gli atteggiamenti di Accoglienza

Crescere nell’ascolto; la Liturgia della Parola
Se vissuto con partecipazione, questo tempo di Ascolto, ci educa alla riflessione/meditazione della Parola…che non dimentichiamolo mai, per un cristiano è la luce che svela il proprio cammino, la propria vocazione, il perché siamo al mondo e “come stare al mondo”…se è poco!!!

Crescere nella gratuità del mettersi in gioco…Solo ciò che dai è tuo per sempre; l’Offertorio
Se vissuto con partecipazione, questo rito dell’Offertorio comprendete bene che potenzialità ha in se…, ci educa ad una disponibilità nel metterci in gioco con ciò che siamo e abbiamo che stimola anche la fiducia/fede nel Padre nostro che vede nel segreto…Partecipare alla S.Messa allora vuol dire portare/offrire qualcosa di nostro, per quanto poco o apparentemente insufficiente, così che, insieme a Gesù, siamo protagonisti di quanto avviene e non spettatori. Il nostro esserci, la nostra offerta, devono esser segno di un nostro metterci in gioco quotidiano che poi portiamo alla tavola dell’Eucaristia perché sia usato per il bene di tutti. Non posso andare a Messa ed essere egoista, o non interessarmi delle necessità degli altri, senza tanto giudicare, ma cercando di amare come Gesù ci insegna.
Con questo rito Gesù chiede tutto, per ridonarci il tutto con qualcosa in più…altro che banche! Ad ogni S.Messa quanto offriamo (cioè noi stessi!!!) viene trasformato nella preghiera del sacerdote e dallo Spirito Santo nel Corpo e Sangue di Gesù, e come tale ci viene ridonato perché possiamo nutrircene per aver la forza di continuare a camminare nel bene ogni giorno.
E nella nostra vita siamo capaci di riconoscere il “centuplo” che riceviamo ogni volta che ci mettiamo in gioco con gratuità e totalità? O è tutto dovuto? O abbiamo paura di rimetterci qualcosa? Solo ciò che doniamo è nostro per sempre!!!

Crescere nella preghiera…Lasciarsi coinvolgere nella preghiera che Dio fa in noi; la preghiera Eucaristica
E così ogni PE (sono varie, più antiche e più moderne, più corte e più lunghe…) ha una struttura/schema che ritorna sempre e che ascoltato, di volta in volta, insinua in noi uno schema di preghiera applicabile alla nostra preghiera personale: invocazione allo Spirito Santo, ascolto della Parola di Dio, ringraziamento, intercessione, invocazione dei santi, abbandono/affidamento in Cristo al Padre nostro che è nei celi.
Insomma…pregando impariamo a pregare!!!

Crescere nella comunine…Non è bene che l’uomo sia solo: carne della sua carne, sangue del suo sangue, i Riti di Comunione”
L’atteggiamento a cui ci educa il partecipare a questi Riti di Comunione è quello della Gratitudine per quanto ci viene concesso di essere, nonostante la nostra miseria, il nostro peccato.
Di fatto la gratitudine cresce in noi perché si compie la nostra “storia d’amore” con Dio…Lui ci ha invitati e ci ha resi “belli” con i Riti d’inizio; Lui si è dichiarato nella Liturgia della Parola; Lui ha accolto la nostra risposta con l’Offertorio; Lui ha trasformato quello che siamo nella Preghiera Eucaristica; e infine si unisce a noi…una carne sola!!!

Crescere nell’impegno cristiano…Beati gli operatori di Pace – i Riti di Conclusione”
Ecco allora che se davvero abbiamo goduto della presenza del Signore, se siamo divenuti con Lui una sola carne, non è possibile che varcando la soglia dell’edificio chiesa tutto si perda!!!
Il termine della “preghiera” Messa è l’inizio del raccontare con la vita la storia d’amore che ho vissuto e vivo con il Signore!
Non dobbiamo pensare di dover andare chissà dove o fare chissà cosa per essere Testimoni della novità di vita che il Signore Risorto porta all’uomo…
Lasciamo che quanto avvenuto durante la liturgia agisca con tutta la sua carica di Accoglienza, Ascolto, Offerta, Preghiera, Gratitudine,…Coerente Testimonianza nella quotidianità!

E queste non son tutte caratteristiche che facilmente ritroviamo nella vita del beato Marella…uomo eucaristico?!?!?

“Serviti di me e del mio ministero o Signore, Padre Onnipotente, affinchè ogni uomo veda la Tua gloria, ritrovi la gioia della Fede e della Speranza, si santifichi con la Carità e cammini verso la vera Libertà per la quale ci hai redenti” (Beato Marella)
“O Signore, ripetiamo subito ora, come ripetiamo sempre …nella Sacra Liturgia Eucaristica…è veramente cosa buona e giusta, nostro dovere, fonte di salvezza, ringraziare Te, sempre, dovunque, Signore” (da una preghiera del Beato Marella del 25 marzo 1966).
Poche righe che però ci richiamano immediatamente come dalla celebrazione della Santa Messa padre Marella alimentasse quel “rimanere” in Cristo che permette di dire grazie sempre e qualunque situazione di vita ci si trovi ad affrontare, perchè capaci della gioia del Vangelo!
“Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla…Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore…vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi.” (da Gv.15).
Queste parole di Gesù e l’esempio di vita di padre Marella dovrebbero sollecitare in noi la ricerca di rimanere/radicare in Cristo il tempo che ogni giorno ci è donato da Dio. In questo modo saremo artigiani di comunione, di pace, di serena cooperazione nello svolgere i nostri impegni quotidiani…nel vivere le nostre vite.