“Quando torni da un campo, cosa ti porti dietro?

– ha detto don Giulio durante l’omelia odierna – abbiamo incontrato una ragazza di 22 anni che faceva danza classica ed ora, a causa di una grave malattia, è in carrozzina.

Aveva perso anche la voglia di pregare.
Allora ha deciso di offrire al Signore quel poco che poteva fare in carrozzina e, da quel momento, il suo grande dolore non era più suo, ma era condiviso con il Signore.
Tutto è diventato un ‘noi’, una condivisione con la Chiesa.
Ora che il suo corpo non era più perfetto, sentiva su di sé lo sguardo degli altri.
Poi ha trovato lo sguardo di Dio, la fede, che la liberava da tutto e la rendeva bella.
Il Signore ci dona questo, il non sentirsi più soli.
Anche Papà Francesco, in carrozzina, alla GMG ha gridato, diverse volte, “Todos, todos, todos!” per dire ai giovani a Lisbona che “…nella Chiesa c’è spazio per tutti. Nessuno è inutile, nessuno è supefluo, c’è spazio per tutti. Così come siamo. Tutti, tutti, tutti”. 

Qui vi sono anche i giovani che partono per il Rasticamp che ha come tema la “libertà”.
Il Vangelo di oggi ci insegna che anche se offro al Signore una briciola della mia vita, posso fare grandi cose”.
(Immagine di archivio).