(Omelia della  XIV Domenica T.Ordinario Anno A)

“L’umiltà ci apre tutte le strade; tutto passa da lì” – ha detto don Giulio durante l’omelia odierna.

Don Chisciotte ha compiuto le sue gesta grazie allo scudiero che cavalcava un asino.
Anche Gesù ha cavalcato un asino quando è entrato a Gerusalemme come Messia.

Il primo a prendere un asino fu Abramo che lo caricò di legna per il sacrificio di Isacco.
Quindi l’asino è Gesù che porta la croce, ovvero il peso degli altri per amore.

I miei pesi, le mie sconfitte, le mie paure le offro per gli altri, per la salvezza delle anime, per il sacrifico.

Umili come un asino.

Ma umili anche come il bue, ossia l’animale a cui viene messo il giogo sulle spalle, per arare insieme ad un’altra bue.

Quindi non essere più soli ma fare le cose insieme a Gesù, per ricevere quella forza e quell’amore necessari per vivere, come i bambini con la propria mamma.

Uscire dall’io per diventare noi.
“Non vivere da soli ma in coppia con Dio”.

Vangelo del giorno:
In quel tempo, Gesù disse: “Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare.
Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero”.